“Il campeggio del futuro”, un’esperienza cooperativa
Alla Valle dei Cavalieri, domenica 4 settembre il convegno sui campeggi Federcoop dagli anni ’50 agli ’80. Da qui una riflessione sulle potenzialità delle cooperative di comunità per lo sviluppo sostenibile del territorio e del turismo
Trent’anni di estati in montagna, sotto il segno della cooperazione. Domenica 4 settembre si è tenuto a Succiso il convegno “Il campeggio del futuro”, organizzato e promosso da Legacoop Emilia Ovest, Boorea e Valle dei Cavalieri che ha ospitato nella propria location il ritrovo, con il contributo di Coop.
Hanno aperto l’iniziativa Antonio Canovi, storico, Sandra Ragni, organizzatrice dei campeggi, Chiara Torcianti di Istoreco, Carla Rinaldi, pedagogista. La narrazione a più voci si è sviluppata a partire dal racconto dei campeggi organizzati da Federcoop che si sono susseguiti negli anni, tra i ’50 e i primi anni ’80, e a cui hanno partecipato centinaia di famiglie e giovani trascorrendo le estati nelle località montane dell’Appennino Tosco Emiliano, del Trentino Alto Adige e della Valle d’Aosta. Settimane trascorse all’insegna della socialità e della vita in mezzo alla natura, esperienze indelebili condivise dalle famiglie dei cooperatori di allora che ancora oggi ne serbano un vivo ricordo. Molti ex campeggiatori domenica sono arrivati a Succiso per partecipare al convegno e rivedere le immagini custodite negli archivi di Istoreco. In quelle fotografie i ragazzi di allora sono ritratti alle prese con una vita di comunità che guardava lontano, proponeva una sua visione del mondo e sfidava la modernità. Un segno della grande vivacità e della voglia sperimentazione – anche nel campo della formazione – che in quegli anni caratterizzava il nostro territorio.
A seguire, si è tenuto il dibattito, moderato da Stefano Campani, direttore Boorea, in cui sono intervenuti Giovanni Monti presidente Legacoop Emilia-Romagna, Marco Pedroni presidente Coop Italia, Fausto Giovanelli presidente del Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano, Maurizio Davolio presidente AITR. Ha portato poi il saluto Barbara Lori, assessore regionale alla montagna, aree interne, programmazione territoriale che ha fatto una veloce panoramica delle iniziative della Regione in corso. Presenti all’iniziativa gli assessori del Comune di Reggio Emilia Raffaella Curioni e Lanfranco De Franco, e il consigliere regionale Federico Amico.
Ogni estate i campeggi cooperativi si animavano con una media di 400 giovani e adolescenti divisi in diverse edizioni e gruppi, a testimonianza del movimento e dell’attrattività che questa iniziativa riusciva creare. Al convegno è emerso quanto il campeggio Federcoop sia stato significativo per tantissime persone e diverse generazioni, sotto molteplici punti di vista che hanno inciso positivamente non solo sulla vita delle persone e delle famiglie che ne prendevano parte, ma sull’intera comunità di riferimento, quella reggiana. Anche a partire da qui è germinato il così noto e autorevole “Reggio Emilia approach”, una filosofia educativa e pedagogica che fa scuola nel mondo.
Altro tema emerso è quello della cooperazione di comunità, una forma di impresa che, da alcuni anni, sta richiamando molto attenzione per la sua peculiarità di dare opportunità di lavoro nelle aree interne a rischio di abbandono, di far rivivere luoghi immersi in contesti naturali di qualità anche se periferici, di promuovere una forma di impresa e di turismo sostenibili. Recentemente l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha approvato all’unanimità il progetto di legge regionale presentato dalla Giunta sulle Cooperative di comunità, che d’ora in avanti godranno di riconoscimento giuridico.
Nell’intervento di chiusura Edwin Ferrari, presidente Legacoop Emilia Ovest ha dichiarato: “In una congiuntura di grande e grave crisi per le imprese e le famiglie a causa dell’impennata inflattiva ed energetica incontrollate, abbiamo voluto ritagliare questo spazio di incontro in cui rievochiamo e rilanciamo un’idea cooperativa che ci ha accompagnato per oltre trent’anni della nostra storia. Proprio in questo frangente fatto di incertezze e preoccupazioni, reduci dall’isolamento del lockdown, siamo chiamati a riscoprire la bellezza di luoghi vicini, accessibili, ricchi di valore naturalistico e umano. Occorre riconnettere occasioni di intrapresa economica con azioni di sviluppo territoriale”.
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